domenica 18 agosto 2013

Le storie di Lei

Cammina sinuosa la ragazzina, risplendono su tutto ciò che la circonda i suoi occhi verdi, fiduciosi e ridenti. Il mondo le appare meraviglioso e soprattutto le appare nuovo, come fosse ancora una bimba.

Eppure ne ha passate, anche se ha solo 21 anni. Ma Lei ottimista lo è di natura. E' tante cose, di natura. Il fantomatico lettore assiduo di questa suburra lo sa bene.

(Io a quei tempi la conoscevo e non la conoscevo. Scambiavamo il saluto e mi scioglieva la dolcezza dei sui sorrisi. E quella delle sue forme).

E' appena uscita da un colloquio di lavoro e deve prendere l'autobus quando per strada incrocia il Tizio. Si sorridono agli sguardi che s'incontrano. E lui, il Tizio, è uomo che evidentemente sa cogliere le occasioni. La saluta e, come se fosse la cosa più naturale del mondo fra perfetti conosciuti, la invita a bere un caffè insieme in un bar vicino.

E Lei accetta, perché no? Verò è che a casa c'è ad aspettarla un fidanzato di lungo corso, ma è un rapporto ormai in crisi. Nato sui banchi di scuola "parecchi" anni prima. Il Tizio invece è sposato, ma questo Lei ancora non lo sa. Che poi non ha mai guardato troppo a questi particolari.

Quanto abbiano parlato sorseggiando il caffè non lo so, ma credo non ci abbiano messo molto a capire ciò che entrambi volevano reciprocamente. Finire su un lettone d'una stanza di un alberghetto lì nei pressi. Dove Lei scopre che il cazzo del Tizio è veramente grande, riguardo a dimensioni. Robusto e nerboruto. Eccitato, viene fuori ritto come un palo, come non vedesse l'ora, quando Lei scosta un lembo degli slip che a mala pena lo contenevano.

Non che il sesso andasse male col suo fidanzato, le ragioni della crisi erano dovute alla stanchezza e alla ripetitività semmai. Con lui aveva scoperto che il sesso era una cosa proprio bella e ci si era dedicata con sempre maggiore voluttà. A lui solo, a quell'unico uccello, fino ad allora aveva dato grande prova d'apertura, donandogli la bocca, la figa fresca e profumata, il culo da favola.

Certo un paio di pompini in giro, a qualcun altro li aveva pure fatti. Cose che capitano. C'era poi un amichetto che ogni tanto veniva trovarla. Lei lo trovava così simpatico e lasciava che lui la leccasse dove la sua anima era più umida. Niente più però.

Nessuno però aveva il cazzo così grande, e grosso, tra quelli che le erano stati noti, come quello che adornava l'inguine del Tizio. Ma Lei non è mai stata una che si perde d'animo. Anzi, lo considera una manna quel bel pisellone. Casca a fagiolo.

In più il Tizio non è più un imberbe fanciullo, ci sa fare con quel suo arnese extra size. Ma prima a farla sua sono le mani, grandi anch'esse. (Forse è da allora che Lei guarda quelle dei maschi con una certa curiosità).

Si appropriano, le mani del Tizio, della sua 4° misura in boccio, suggendone a fior di labbra i capezzoli eretti. Scendono su ogni angolo del suo corpo sacro, fin quando un dito ne profana il sancta sanctorum, trovando un lago interno, che ribolle. Se questo è l'inferno...

La chiava alla grande il Tizio e lei lo accoglie tutto, venendone riempita a fondo. Alla fine lui le sborra sulle tette, grandi mele mature. E poi ancora la scopa una seconda volta, e una terza, e una quarta. Sborra ancora sulla schiena, sulla pancia, ancora sulle tette. Lei può tornare a casa con piena soddisfazione di sensi.

Si rivedranno ancora per qualche altra memorabile scopata, poi mai più.

Il fidanzato Lei lo ha lasciato poco dopo. A lui è spiaciuto molto.



Un'idea di Lei