sabato 26 marzo 2011

Tranche de vie



Ahi, permette signorina
sono il re della cantina...
(Che coss'è l'amor, Vinicio Capossela, 1997)




Ho il dono del cazzeggio.
Così mi metto a sfogliare l'album dei ricordi.

(Certo, avrei altro da fare,
ma per me viene prima il piacere del dovere).

Non sarà saggio coltivare il culto
di attimi ormai sfuggiti,
ma non ne so fare a meno.

Forse perché non ho passato e non ho futuro.
E poi credo di vivere nella Storia.

Comunque, a parte le cazzate,
sfoglio...





Nina è stata la mia prima fidanzatina.
La spada allora era ancora acerba, scusate il ritardo.
E a dire che aveva esordito coi fuochi d'artificio,
ma presto aveva perso la cognizione del tempo.
Fu Nina, la mia prima fidanzatina,
ad aiutarmi a ritrovarla.

Tanti dubbi, già Trilly mi arrovellava il... cuore,
e poi un'altra passione, fugace, attraversò il mio tempo.



Desy, il mio dolce sogno esotico,
ormai remoto.

Dopo Nina, la mia prima fidanzatina
(tanto affetto, ma forse non fu mai amore)
fu l'harem e vissi di rapina.

Torno Trilly a tentarmi
e io lei.

Non solo lei e alla fine la spuntò Aspasia,
che, invaghita, mi desiderò, mi volle, mi pretese.
E alla fine mi ebbe. Mi prese.



Mi risucchiò in una bolla dorata,
ma non ero fatto per vivere come un pesciolino rosso.

Così, con dolore, tornò senno
(quanto sono gaglioffo)
e libertà.

E tornò Trilly.
E tornò Sammy.
E nuovi incontri, e nuove passioni.




Yvette.
Amore silente, dolente, sottotraccia.
Quando fui Orlando furioso n'ebbe riscossa.

E venne dall'Oriente e dall'Occidente
Y
con i suoi sensi morbidi e graffianti.

Poi ancora l'amore molesto per Yvette,
e ancora Trilly e Sammy.


Ma a darmi nuova linfa e sostegno
fu Lys.



Mi presi anche tutto il resto.

*

Finché tornò a bussare l'amore alla mia porta.


Con Lei.


All'alba



All'alba vincerò, vincerò, vincerò...
Ma pure un po' prima nun se po'?



Paesaggi metafisici





Scozia?

giovedì 24 marzo 2011

Pontico



Ai cultori della pornografia oggi gli va male,
si tratta di letteratura, si porge una poesia.
Stia ben lontano chi sbircia col cazzo in mano.
Niente foto di donnine disinibite, neppure la mia.

A voi, persone a modo,
una casta poesia latina, proposta in italiano.



***



Lib. IX, 41.

Pontico, perché non chiavi mai e in luogo della fica
usi la man sinistra come un'amante amica?
Pensi che ciò non sia davvero un male?
Credimi, è un atto criminale,
un gran delitto - lasciamelo dire -
che a stento forse tu potrai capire.
Proprio una sola volta Orazio, sai, chiavò
ed i tre orazi con quella scopata sola generò.
E Marte in un sol colpo e senza farla doppia
dette alla casta Ilia i due gemelli in coppia.
Se l'uno (e l'altro) masturbatore fosse stato
ed alla sola mano avesse lui affidato
lo sporco godimento personale
tutto sarebbe stato speso male.
Ascolta dunque, Pontico, senza paura
il saggio ammonimento di natura:
"Ciò che tu perdi di tua stessa mano
proprio è la vita d'un essere umano".


Marco Valerio Marziale, I° sec. d.C
(trad. di Franco Zagato)




martedì 22 marzo 2011

Sequenze

Durante le mie atroci scorribande nella pornografia uebb la spada se le canta davvero solo se in presenza di autenticità, di spontaneità. Per questo spesso non tollero gli scenari costruiti e precostituiti. Mi piacciono le pulsioni vere, non quelle finte. E i desideri inconfessabili che trovano sfogo nell'anonimato della platea di internet. Purché siano sinceri. Amo la carnazza, detesto il sesso di plastica. Per questo rivolgo le mie attenzioni all'ambito amatoriale. Aprendo una nuova sezione del mio blog. Sequenze. Immagini trovate sulla rete.




Puttana di strada
( parte I° )







*


( parte II°)





sabato 19 marzo 2011

In viaggio - vol. III

Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba già alta
dite a mia madre che non tornerò.

(Sally, Fabrizio De Andrè, 1968)




29 anni.

E' diventato piccolo il mondo. Il Mediterraneo un lago e l'esotico a portata di mano. Schifo ormai l'Europa troppo cara e in Oriente mi fiondo, oh sì, quello più lontano, là sotto, in fondo in fondo.

I Mari del Sud desideravo, quelli di Salgari, Melville e Gauguin.
Avrei trovato la mia balena bianca? Forse allora non ero così consapevole che me la portavo sulle spalle, la mia anima. Forse non così indemoniata, ma non più tanto bianca.
(Ah, questo è il mio libro. Call me Carlos.)

Non ho visto cetacei, o forse qualche delfino, ma Long John Silver e Yanez de Gomera quelli sì, li ho incontrati davvero, sono eterni. Perché c'è più di uno che non ha pace in terra e ha scritto
in mano il proprio destino.

Il primo ebreo errante, zoppicante e intrigante come il cuoco. Il secondo se ne sbatteva i coglioni di Philippe Leroy, omosessuale, bastardo di nascita, intelligente e malinconico.

I Mari del Sud in una parola magica, Trimakasi, grazie.

Per le lunghe giornate passate a fare le parole crociate mentre fuori piove acqua calda, densa e lenta, a più non posso. Per le zanzare bubboniche, l'arak, le palme e le visioni di morte. Per il mare più bello che abbia mai visto en mi vida, e io me ne intendo.
Un sogno di smeraldo: la giungla, una striscia di sabbia e i giardini di corallo.

Trimakasi è il nome della discoteca della capitale nella notte di trasgressione. L'ultimo atto, si spera impuro. Che già ad andarci si fa peccato, come possono provare i robusti bastoni dei fanatici vestiti di bianco che, se gli saltava il ghiribizzo, mettevano a dura prova le teste di mignotte e travestiti, ma anche quelle degli oranghi d'Occidente. Come la mia.

Ma non quella notte, io sono Lucky Luck e la capoccia la salvo sempre, semmai un po' ammaccata. Dentro.

Trimakasi è un antro oscuro, corpi ammassati ballano nelle tenebre. La pista non fa per me, preferisco il bar: c'è un po' di luce. E poi non si sta così male, con una birra semifredda in mano, a guardare le due tizie che ballano a un metro da me, due figlie del diavolo che inscenano una turpe, oscena danza.

Occhi lascivi, lingue che guizzano, i corpi similano la copula.

Guardo, sorrido, saluto, incito, ma oltre non interagisco. Pochi quattrini in tasca, non mi piace pagare per queste cose. Forse altri sono i motivi, però sono lì, sorseggio birra Stella e ho lo sguardo libero.

Nell'ultima, peccaminosa notte d'Oriente.


Sarà che nella penobra risultavo avvenente, oppure è il fatto che la donna a volte cerca cosa? Un particolare?

E magari lo sa riconoscere negli occhi dell'unico maschio che preferisce il bar alla bolgia.

Così mi ha attaccato bottone la sorellina maggiore delle depravate ballerine.
Mi ha chiesto perché non partecipavo alla grande giostra. Ho risposto che non ero uso a pagare per fare sesso, e che in più ero squattrinato. Credo sia rimasta piuttosto stupita, ma ha rimediato invitandomi una birra.
Lei a me, bello, squattrinato e tirchio.

Poi mi ha preso la mano e mi ha chiesto di andare con lei, a casa sua, quell'ultima notte. Ma se posso essere preda, so anche bene l'arte del cortese rifiuto.
Ma io ti pago, lei mi dice. Ti pago, insiste e insiste che mi vuole.

Evidentemente fruttano bene i proventi delle sorelline minori.
Sempre con gentilezza, ma il mio resta un diniego.

Andiamo via dal Trimakasi in quattro, le due giovani puttane che continuano a fare le porche tra loro, in macchina, io e la maggiore che persiste a pregarmi.

Lo farei per la tua tristezza, non per i tuoi soldi.
Ma ho già deciso di no.

Però mi stuzzicano le altre due, e chiederei la luna, ma non chiedo perché so che lei vuole solo me quella notte.

Mi accompagnano fino alla mia luridozza guest in JJ, e quando faccio per pagare il taxi, lei non vuole, insiste che vuole farlo lei, mi saluta con un bacio in bocca rubato, e ordina al tassista di andare.

Finalmente ha pagato per il "suo" orango d'Occidente.







Ps: Poco sesso, eh, lo so. Però ora penso proprio che mi dedicherò un po' a lustrar la spada, muto, inascoltato e in solitario... Tornando con piacere in Oriente.




Appendice d'estremo Oriente.



















*



Tornerà questa impudica immagine quando parlerò di Y,
perché anche di lei dir dovrò.






Trimakasi.

giovedì 17 marzo 2011

Centocinquanta

Italiani!! Elettori, inquilini, coinquilini, casigliani....
(Totò in "Gli onorevoli", 1963)


Centocinquanta, la nazione canta!
Lasciala cantare, la voglio assecondare,
le voglio dar fortuna,
fortuna è troppo poco,
le voglio dar rispetto,
ma ho come il sospetto,
che sia promettere la luna,
e che la luna sia beffarda.
A chi l'affonda di cemento,
a chi la stupra e a chi la sbrana,
voglio dare di coltello.
Chi la tratta da puttana
corre corre al Quirinale.
Mentre corre fin lassù
dagli un calcio e buttalo giùùùùù.




Italiani

Mario Monicelli, Fabrizio De Andrè, Enzo Bearzot, Enrico Berlinguer, Primo Levi, Benigno Zaccagnini, Sandro Pertini, Cesare Pavese, Aldo Moro, Marcello Mastroianni, Emilio Lussu, Elsa Morante, Anteo Zamboni, Giovanni XXIII, Guglielmo Marconi, Eugenio Montale, Alcide De Gasperi, Amedeo Modigliani, Palmiro Togliatti, Enzo Ferrari, Giorgio De Chirico, Luigi Pirandello, Gaetano Scirea, Luciano Pavarotti, Federico Fellini, Gigi Meroni, Luchino Visconti, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Anna Magnani, Pier Paolo Pasolini, Valentino Mazzola, Beppe Fenoglio, Alberto Savinio, Giovanni Falcone, Eleonora Duse, Alberto Sordi, Pietro Nenni, Luigi Tenco, Paolo Borsellino, Aldo Palazzeschi, Maria Montessori, Salvatore Quasimodo, Totò, Grazia Deledda, Enzo Baldoni, Peppino Impastato, Giuseppe Meazza, Giovanni Pascoli, Vittorio Gassman, Nilde Iotti, Ambrogio Fogar, Gabriele D'Annunzio, Silvio Piola, Renato Carosone, Nanni Loy, Tazio Nuvolari, Peppino De Filippo, Gabriella Ferri, Enzo Biagi, Artemio Franchi, Benedetto Croce, Pippo Fava, Enrico Fermi, Filippo Tommaso Marinetti, Elio De Angelis, Giosuè Carducci, Gian Giorgio Trissino, Enrico Mattei, Eduardo De Filippo, Indro Montanelli, Ondina Valla, Andrea Pazienza, Antonio Gramsci, Mike Bongiorno, Italo Svevo, Carlo Rosselli, Vilfredo Pareto, Luigi Einaudi, Guido Crepax, Giovanni Agnelli, Giacomo Matteotti, Carlo Emilio Gadda, Luigi Sturzo, Fausto Coppi, Leonardo Sciascia, Enrico Caruso, Primo Carnera, Silvana Mangano, Salvo D'Acquisto, Dino Buzzati, Oriana Fallaci, Renato Casarotto, Vittorio De Sica, Gianni Versace, Stefano Tamburini, Gino Bartali, David Maria Turoldo, Massimo Bontempelli, Amedeo Guillet, Arturo Toscanini, Leo Longanesi, Cesare Terranova, Francesco Baracca, Gianni Brera, Antonio Cavalieri Ducati, Ennio Flaiano, Giuseppe Pinelli, Alberto Moravia, Umberto Boccioni, Cesare Battisti, Giuseppe Pontiggia, Mario Riva, Luigi Comencini, Maria Grazia Cutoli, Titina De Filippo, Giuseppe Saragat, Arnoldo Mondadori, Giovannino Guareschi, Rodolfo Valentino, Renata Tebaldi, Dino Risi, Norberto Bobbio, Rini Gaetano, Danilo Dolci, Carlo Michelstaedter, Beniamino Gigli, Luigi Amedeo Savoia-Aosta, Giovanni Ferrari, Ivan Graziani, Damiano Chiesa, Magnus, Giuseppe Prezzolini, Gian Luigi Bonelli, Silvia Ruotolo, Michelangelo Antonioni, Vittorio Pozzo, Giorgio Morandi, Benito Jacovitti, Aligi Sassu, Emilio Salgari, Fratelli Cervi, Ugo Tognazzi, Demetrio Stratos, Goffredo Parise, Massimo Campigli, Nino Manfredi, Elémire Zolla, Massimo Troisi, Anna Maria Ortese, Roberto Rossellini, Luciano Lama, Sonia Burri, ... ...

(continua... continua... e continua...)

martedì 15 marzo 2011

Come una puttana



Tu che la vendi cosa ti compri di migliore?




Le contese a volte si possono risolvere nel migliore dei modi. Lei ha le sue ottime ragioni. Che io sia balordo non lo sapete solo voi. Un balordo con una buona dialettica, la parola, il sorriso e la carezza al momento giusto. A volte ho come dire, la bacchetta magica...


Così l'ho presa
come un dolce energumeno.


Ma Lei non invoca pietà. Anzi, mai scordarselo, quello vuole. Ma io conservo ancora qualche stilla di timidezza atavica, e di decenza: Eros a testa in giù, al caldo sotto le coperte, si abbevera alla sua sorgente. Le api suggono un nettare che è vita, delicate non feriscono il fiore che le accoglie. Così le mie labbra e la mia lingua. A leccare il malumore. Le sue mani accarezzano il nerbo duro, soppesano gli annessi.


Se pensi che ogni donna
sia così e così
sbagli.

Quella donna è Lei,
solo Lei, con te, in quell'esatto momento
eterno.


Delicato, diligente, preciso, non trascuro niente. Finché non sento la sua mano che spinge con forza sulla mia nuca, spinge la mia faccia ad affondare in Lei. Lo so, è pure un po' comico, ma Lei non ha riso a sentire annaspare il mio nasone. Credo abbia provato una sensazione di trionfo. Ma valle a capire le femmine. Sarà la stessa sensazione di noi maschietti quando ci prende l'insano impulso di affondare il nostro sesso nella bocca amata fino a cercare di raggiungere l'ugola? Fino a sentirla boccheggiare?


Allora è questo quello che vuole.
Bisogna far sparire il malumore,
rompere ogni indugio,
sfoderare la spada,
e con essa,
fornire una gran prestazione.


Non sto a farla troppo lunga. Molte sono state le variazioni di tema, sempre estenuante il ritmo della possessione. Sia che a menare le danze fossi io o Lei. Finché a comandare ero io, potevo approfittare dei cambi di scena per riprendere fiato, per dar respiro all'infuocato arnese. Ma Lei non mollava di un centimetro stanotte e quando saliva a cavalcarmi da amazzone non faceva sconti. Tutto si prendeva. In una danza sconcia, appassionata e inumana.


Ed è proprio lì che ti vuole,
quello è l'arengo.
Una dura prova attende l'uomo:
dare Senso al Tempo.


Resisto. Che non sempre si deve mollare. Al meglio, che più non si può. Devo resistere, perché sarebbe facile adagiarsi, perché non sono solo. E Lei ne vuole di più, sempre di più e niente di meno.


Dell'essere umano è la limitatezza.
Umana è la tracotante leggerezza.
E il desiderio carnale.


Così stavolta non mollo, resisto e rilancio, fino a sentire un caldo tutto attorno. E come una piccola, interna esplosione in Lei. Che mi rende umido e scivoloso il membro inesausto, le palle e le cosce. No, Lei non viene. Troppo facile sarebbe. E io più di questo forse non so fare. O chissà...


Squillino le trombe di Falloppio,
si aprano le cataratte del cielo.
Après moi le déluge.


La sua posizione preferita è quella del missionario. Quella che la fa godere di più. Ma uno deve immaginarsi come un torbido, assatanato missionario, non proprio intento a dir preci. Posso decidere il momento, ora me lo merito tutto. Sono un missionario indiavolato, che artiglia le cosce, solleva e sbatte forte.


Scopami come una puttana,
sono la tua puttana.


L'ossimoro è quello che cerca. Ogni volta che le dico che gode come una puttana risponde che Lei è la mia puttana. Mai una volta dimentica il possessivo. E mai una volta, con Lei, ho usato questa parola fuori contesto.


Con ritmo ossessivo
giungo al più non posso.
Affondo ancora più potenti i colpi,
uno, due, tre, quattro,
prima di saltare il fosso.

Il culmine è un tracciante di seme sperso
scoccato in un istante di piacere lancinante.
Troppo trattenuto, caricato come una molla,
vola radente, in cerca di eternità:
sorvola il seno ancora fremente,
e si appiccica a una ciocca,
ci si incolla.

Il resto è liberazione e ristoro.
Se il primo è sfuggito,
con gli altri, molteplici e copiosi
sul suo ventre amato
di puttana,
mia puttana,
disegno un'ampia, bianca rosa.

lunedì 14 marzo 2011

Soliloquio con Dio

No. A letto non ci vado.
Ché non sono un bravo bambino.
Cosa dovrei fare, dire le preghiere?
Mio Dio mi pento e mi dolgo?
- Oh mio Dio, mi pento e mi dolgo!
Sei contento?

Eppure stamani piovigginavi, beneaugurante.
Poi, di pomeriggio, la piena.
Presa in pieno. In pieno.

Eppure sotto le coperte non ci vado,
a chinare il capo al sonno.

Senza assonanze o rime non è poesia.
Ma non è vero.
Senza gli a capo non è poesia.
Ma non è vero.
Senza cuore non è poesia.
E' vero.

Poeta vive nel sottosuolo disperato
ed è ispirato dalla luna.
Poeta ha pochi soldi in tasca.
Poeta è un segreto mio che non svelerò.
Poeta è un maestro senza alloro
e, povero lui, senza margherite.
Poeta è un enigma.
Un enigma morto e mai sepolto.
Un enigma che non svelerò.
Poeta non sono certo io.

Ma perché dire di questo adesso.

Dovrei dire che ho il posacenere pieno invece.
Che la testa bacata rifiuta di posarsi.
Che avrei voglia di pensieri alati
e di una schiava mulatta,
di una pantera che mi lecchi il culo.

Che Dio, se mai è esistito, ha portato una sola maglia.
Quella numero 11.
E non ci sono cazzi. Per ora.
Ma anche questo è un discorso privato che ho con Dio.
E certe cose devono restare tra me e l'Altissimo.

Dovrei poi dire che mi pare proprio un bel carnevale
quello che non smette di cominciare.
E che forse, se dovrò far quaresima,
che cominci sempre da domani,
che di far penitenza non sono mai vago.

Mi piace la figa, embé?
Ne vogliamo fare una malattia?
Perché se uno proprio deve scegliere di che male morire...
Eh, fa lui, il Gran Capo, dall'alto dei cieli.
Eh.
Eh, parla dico io, ragiona con me.
Eh, fa lui, fosse solo quello il vizio.
Ma no, faccio io, minimizzo.

Temperanza ci vuole.

Verecondia.

Senti Manitù o chi sei tu.
Non voglio sentire ragioni,
oggi ho preso in pieno la piena,
non ho sonno,
sono solo
e ho voglia di peccare.

Prima che mandi tutti a casa loro,
sarò gentile,
mi fermo qui,
senza ispirazione
senza un straccio di rima,
neppure per salutare.

Anche questa è finita.
Temo sia giunto il momento di dovermi masturbare.

E sì, qualcosa devo inventarmi...



lunedì 7 marzo 2011

Fallocentricità

Fallocentrico come Shiva.
Ebbro e folle come un satiro.



E mo so' cazzi...

1


Da trattare in guanti di gomma.
Da tenere al riparo dai guai...

2


Ne parlo in punta di lingua.
In fondo c'è anche chi li ama.
Da volerseli mangiare tutti.

3


O vogliamo chiamarla tenerezza?

4


Magari pure con una certa circospezione...

5


O in maniera gioiosa.

6


Ed è pure vero che in ogni donna,
c'è un po' di tenerezza materna ...

7


Insomma, mi pare che l'affarino in questione
piaccia a (quasi) tutte,
belle e brutte.

8


Ciò che conta è la passione,
al diavolo la perfezione.

9


A volte credo che per ognuna nell'universo ve ne sia uno (perlomeno).

Che ogni yoni
abbia il suo lingam.

10


Il suo sacro totem.

11


L'eterno mascolino.

12


Con cui non è facile relazionarsi.

13


Come dimostra la storia del mondo...

14


Cazzi amari a volte,
quale donna non lo sa?

15


A volte però dolcissimi.

16


Insomma, che dire...

E poi basta che mo' mi sono pure stufato di tutti sti cazzi.

17


Comunque questo è anche un gioco,
e lo spirito è gioioso.

18


Un gioco dicevo,
perché tra tutti c'è pure il mio.
Spada vecchia fa buon brodo,
e indovinare non è così difficile.

19


Altro gioco, quello di dire qual'è il preferito.

20






Avvertenza: colonna sonora di questo post è Io scriverò di Rino Gaetano.
Che sottoscrivo.



mercoledì 2 marzo 2011

Nel suo letto



Tutti nel letto di Lucia
he he he oh oh oh
he he he oh oh oh
(Nel letto di Lucia, Rino Gaetano, 1979)



Devo ammetterlo, è una mia perversione. Una delle tante si dirà, perché non lo nascondo: io sono un vizioso. Questa è la mia triste condizione. Tra le tante però una è la prediletta: nel suo letto vorrei tutto il mondo. E' una mia perversione, intendiamoci, ma pian piano è diventata anche sua. Un gioco da letto, per eccitarci nei corporali amplessi. Quel pizzico di pepe in più. Forse, questo... ma non solo. Di certo la mia curiosità. O meglio, perché occorre essere sinceri: la mia morbosità.

Per Lei. Perché Lei l'ho aspettata. Una vita di incontri casuali cortesi e sorridenti. Sempre bella. Pure bona però. Una gnocca, acqua e sapone. Che poi al primo incontro, dopo cinque minuti me lo succhiava avidamente. Che al secondo mi ha dato la figa vogliosa e al terzo il culo. Quel suo piccolo capolavoro.

Da subito è stata pane per la mia viziosa, morbosa, curiosità. Così ho iniziato a chiederle e non ho più smesso. E anche a raccontare di me, senza nasconderle niente. Volevo conoscesse tutti i miei peccati. E naturalmente volevo ardentemente conoscere i suoi. Ma se io le ho spiattellato tutto in una sola volta, per conoscere i suoi trascorsi ce n'è voluto. Eppure posso essere un buon martello, in tutti i sensi. Ormai pare io sappia tutto, a suo dire, eccetto un paio di cose. Che preferisce non dirmi. Perché non le sono piaciute proprio.

Ciò che so è che se l'è goduta. Assai più di me. Mannaggia mannaggia. E devo ammetter che questo mi ha un po' scombussolato. Sconcertato, perché non credevo... Però mi ha anche eccitato molto. Tuttora mi eccita e ancora le chiedo: raccontami di nuovo... Oltre naturalmente a torturarle le ovaie per sapere quelle due dannate che dice di non volermi raccontare mai. Proprio perché sono dannate voglio conoscerle...


Quanti ne ha fatto godere la sua bocca... eppure non la bacio di meno, non l'amo di meno. Per gioco, alcuni giorni fa le ho detto che a metterli in fila saranno almeno un paio di metri di minchia. Pensando di esagerare. E invece a farli a mente fredda certi conti (ma non ho altro da fare?)... si sfiorano i dieci metri. Più o meno, facendo una media. Una bella misura. Pensa a metterli tutti insieme, ne verrebbe fuori un enorme batacchio patchwork...

La sua figa non è mai sazia, eppure occorre levare almeno un paio di metri. Ché a volte gli uomini si accontentano ben volentieri di un pompino ben fatto. E per il suo bel culo glorioso, così perfetto e così voglioso pure lui... due metri almeno, credo. Comunque non le manca mai il mio contributo.



Così nel suo letto, con noi, ci faccio salire tutti gli uomini che se la sono goduta, oltre a quelli che la desiderano, oltre a quelli anche solo immaginati. Ma solo a parole. Parole che ci fanno godere. E non sono sempre io a chiedere. Anzi, ultimamente è Lei che spesso vuol sapere. Mi chiede delle donne che ho posseduto, delle mie ex fidanzate e delle mie amanti più o meno occasionali. Ora vuole che sia io a raccontare... se baciavo la figa di Trilly, se gliela la leccavo, se mi piaceva... e di Aspasia, di come mi saliva sopra... e di come sbattevo furiosamente, da dietro, Ivette.. e di Lys... e di...

Mentre le racconto è a Lei che scopo la bocca, Lei chiavo e sbatto con passione. Gode a sentirsi raccontare le mie gesta e forse un po' ne soffre, come io per i suoi cazzi, ma fremente come sempre si masturba il sesso fradicio e animalescamente gode.

martedì 1 marzo 2011

La situazione del mio lavandino

La situazione politica non è buona.
Più della nostra economia, il senso civico è in declino
e delle istituzioni democratiche viene fatto scempio.
In un orgia indecorosa si mescolano nani e baldracche,
vips de noaltri e alte cariche dello Stato.
Baciamo le mani al boss locale e al satrapo africano.
L'utente, sbavante, sbircia da porta a porta.



Una foto esplicativa: