lunedì 23 luglio 2012

L'uomo giusto

Dal cielo piovono torbide minacce di sfracelli sulla terra devastata. Risveglio con fastidio titanico sotto pelle, con l'anima (o se vogliamo le palle) tra incudine e martello. Risveglio senza la consueta. Il mio canto del gallo, insomma. Tu chiamala, se vuoi, erezioneeeeee.

Smosciato, eppure vorrebbe una sviolinata. Mettiamogli un po' di musica, va. Qualcosa di allegrone, tipo Nick Cave. Nick Cave? Naaaaaaa. Però anzi sì: "Loverman". Niente, non dà segni di ripresa. Se ne sta lì, tutto rintanato, manco fosse il cuore.

Lunedì del cazzo. (Ma per me è sempre lunedì, o domenica. Non fa differenza, se non quando ritorna il campionato, altro oppiaceo). Io sveglio, se non è Tutto un'illusione, lui dorme. O noncurante, finge. Da prenderlo a schiaffi. E pure tutto ieri ha fatto lo svagato, l'inappetente. Una domenica senza libidine. Ma non importa che fosse domenica.

Terapia d'urto: Gianna Nannini, "Bello e impossibile". Se si monta la testa è già qualcosa. Metto. Sì, mi voglio ancora un poco di bene anch'io. Anziché prenderlo a schiaffi, lo blandisco con carezze. Mostra di apprezzare, mentre fuori tristemente spiove. Un'improvvida telefonata interrompe l'incerto idillio.

Gli concedo l'ultima possibilità, o la va o la spacca. Julio Iglesias, ebbene sì. "Sono un pirata e un signore" mi strappa un sorriso, questo sì, ma l'inquilino del piano di sotto è sempre tutto immusonito. Che c'avrà mai stamattina? Chi si crede d'essere, l'asso di bastoni, Stocazzo?

***

Donna angelo, donna diavolo, puttana redenta, anzi no, redentrice. Maria Maddalena, se non proprio la Madonna. O Grande Madre. La terra che accoglie avida la pioggia battente, e non di meno il sangue, lo sperma, il sudore, quello degli occhi, le lacrime.

Come sotto i portici, ragazzo con mani di giunco, al sicuro col mio sguardo incolpevole, mentre quella si mette al centro della piazza, ha deciso che deve avere i miei lampi. Cascate d'acqua le sciolgono i capelli, il volto come disciolto in un pianto fiero. Non teme tuoni e saette.

Per tutti i miei no ho temuto in sogni ripetuti di essere sbranato dalle baccanti. Avevo un ideale, per carità, niente di fisso, ma l'oggetto del desiderio più intimo doveva corrispondere alla mia armonia, doveva avere uno stile unico, irripetibile. E poi c'era la mia sensibilità acerba, la mia dolorosa, atavica diffidenza, l'inesperienza e incompetenza, la vergogna della sessualità, l'oppio distorto dei sogni, una naturale propensione alla sensualità e alla bellezza. Non è cambiato molto, solo trombo di più. Ma è una battuta di Stocazzo, non c'è nessuno che resti uguale a se stesso.

Sicuramente avrei bisogno di ben più di four days con la bella psicologa, o qualche sua omologa. Mi disse che il motivo per cui tanto piacevo era a suo giudizio frutto di due cose, di certo la virilità che trasmettevo, ma poi ispiravo anche un senso materno.  Le sono bastati quattro giorni. Io ero così incasinato che non ho dato troppo peso alla sua figa, materna e vogliosa di virilità. Tuttavia professionale, come esigeva la situazione, la mia condizione.  

***

La bellezza conta, e conta assai. Ma Cleopatra pare avesse un bel nasone. Io ne ho due, di quello sulla faccia da ragazzo me ne facevo un problema, e pure di come acconciare al meglio i capelli ribelli: l'uso del gel era in linea coi tempi. E i Tempi, si sa, cambiano.

In spiaggia qualche giorno fa, povero cristo al tramonto con Lei nel pieno della sua matura bellezza. Quando si allontana in mare, cammina e nuota, posso distrarmi ad osservare la ragazza straniera distesa ad abbrozzarsi a pochi metri di distanza. Un'effrazione con innocenti occhiali da sole. 

Dev'essere tedesca o su di lì, ed è bene dirlo subito, non è quella che normalmente verrebbe definita una bella figliola. L'ora è tarda, e all'orizzonte non si vede questo granché, tranne Lei che se la nuota beata.

Distesa sulla sabbia, il telo è un velo, la tedeschina scioglie e poi rimette con apparente innocenza la parte alta del due pezzi. Appaiono due immature caciottine bianche. L'intero corpo è latteo, biondi i capelli che però non brillano, il sole s'è oscurato.  Il viso non dice molto, di più la cellulite che così precoce ha già iniziato a imposessarsi delle cosce.

Eppure. I tempi cambiano. Seppur da lungi, mi interesso a quella cosina nascosta dal costumino roseo. (Bisogna tenere conto che ogni donna ne possiede una. Di legno, con i denti, pure la vergine di Norimberga ne possiede una).  Ho pensato che anche lei potrà trovare qualcuno che le fa compagnia, che la fa inumidire, rendere impudica, desiderosa di essere riempita, scopata, sbattuta a fondo, o magari leccata a lungo, con maestria e passione, penetrata da dita e cazzi impavidi. Di sicuro nessuno può vietarle di immaginare tutto ciò. Nessuno può proibirmelo.

***

Non mi ricordo neppure più il nome, anche se non è passato troppo tempo. Riconosco quella certa gioia che mostrano alcune donne all'incontrarmi, quando al'improvviso compaio nella loro vita. Un baleno, ma ancora non sanno quanto io sia balengo.


Ora posso riconoscere che è anche, ma perché no, una gioia, una festa della figa. Tuttavia... Anche lei, non mi ricordo come si chiamava, sfuggiva ai miei abituali canoni estetici. Non era notevole il viso, se non per la bocca stretta, per via dei denti sporgenti. Un difetto sul quale, tuttavia, non pochi uomini giocano di fantasia. Io mi limitai a osservarla e a salutarla gentilmente mentre mi veniva incontro. Anche il corpo, stretto in pantaloni e giacca di jeans, non doveva destare particolari entusiasmi.


Come fu, come non fu, giunsi all'effrazione. Era entusiasta: so quanto può donare questa maledetta terra benedetta ai suoi ospiti. Fu impudica, mi invitò a cena, dissi prima sì, poi dovetti dirle no. Per farlo bussai alla sua porta. Mi aprì, era appena uscita dalla doccia: i capelli bagnati tutti appiccicati alla testa, il viso e la bocca come un fiore carnivoro, oltre a questo solo i piedi scalzi sbucavano dal grande telo bianco che fasciava il suo corpo grondante.


Avevo solo un quarto d'ora, massimo venti minuti, dovevo sbrigarmi e fino a quell'istante non sapevo. O chi lo sa come ragiona l'inconscio, cos'è poi l'istinto. So che mi avvicinai, fino ad aderire alle sue forme, premendole il cazzo sul ventre le baciai quel fiore carnivoro. Divorò la mia lingua,  intrecciandola alla sua, fu così che le le tolsi con un gesto unico il telo di dosso. Nuda dinnanzi a me, continuava a sgocciolare, in specie dalla figa rosa e nera, pronunciata e cespugliosa.


Le sorrisi e la baciai ancora (poco importa se sentivo i denti), mentre con un dito le schiudevo le labbra della sua figa, per farlo scivolare tutto dentro, di filato. Come quella prima lunare volta con Aspasia. Come lei era assai più bagnata dentro che fuori.


Non mi ricordo come si chiama era un pozzo caldo d'umori, accolse il mio dito come fosse quello di dio, con un gemito e un mancamento. Per un'istante ebbi la sensazione di reggerla in piedi solo con quello. Per questo (ad essere insinceri), la feci inginocchiare e le feci sbottonare il pacco davanti alla sua bocca aperta, in cerca di ossigeno per il futuro. Non ci fu bisogno di farle gentilmente notare che era il caso di succhiarmi l'uccello.


E non trovò niente da obiettare quando assecondai il mio brutto vezzo e glielo spinsi tutto fino in gola.  Ovunque posso, ove mi sia permesso e concesso, mi piace infilarlo tutto, fino in fondo. Nella bocca fino in gola, col naso che preme sull'addome, le mie mani che spingono sulla nuca. Mi approfittai del suo riprendere respiro per sbatterla sul letto: la presi per i capelli bagnati, e da dietro, come fanno gli animali, la montai vigorosamente.


Si faceva tardi per me, smontai e lei si girò, spalancando le cosce per accogliermi con la figa colante. Non potevo dire di no a chi in quel momento bruciava sul rogo. La chiavai senza pietà ancora per qualche minuto prima di inondarle il petto. Era tardi, dovevo proprio andare.        

***

Il mattino del lunedì mattina si è fatto meriggio, ormai quasi sera. Il mio particolare s'è anche un po' ringalluzzito nel frattempo. E può pure essere che la prossima volta racconterò il seguito della vicenda che precede. Cercherò di fare memoria, sarà l'età, ma proprio non mi ricordo il nome.

***

Oggi s'è sentito un po' così



14 commenti:

D. ha detto...

Carlos, così fa davvero tenerezza ... che scricciolo ; )

Baciottolini

D.

pisolo973 ha detto...

o mamma che lungooo (il post)...
dopo prendo un paio di ore di permesso e me lo sparo..(il post)

ngiorno caro!!

carlos ha detto...

Seee, Desirè, tutta scena, sapessi quant'è tirannico invece. Non c'è da fidarsene troppo, credimi... :)))

Baciamano

carlos ha detto...

Ngiorno Pisolotto, lo so che sei un nanetto fedele. Sarà dura ma ce la puoi fare. In cambio ti nominerò scudiero dell'ordine della Spada, o de Stacippa. Mbè.

:))

pisolo973 ha detto...

"mentre con un dito le schiudevo le labbra della sua figa, per farlo scivolare tutto dentro....Per un'istante ebbi la sensazione di reggerla in piedi solo con quello"
Geniale....voto 10!!!

Aspetto il seguito..
ma che nominare!! ....non ci voglio avere a che fare con quella spada io!!...si inizia come scudiero e poi....
;-)

Estrella_Marina ha detto...

La seconda parte è più attraente, ma io, si sa, c'ho il debole per il non conosciuto...-))))

Estrella_Marina ha detto...

...accolse il mio dito come fosse quello di dio, con un gemito e un mancamento. Per un istante ebbi la sensazione di reggerla in piedi solo con quello ..questa parte poi, è proprio bella. (Mi perdonerai se ho tolto l'apostrofo a un istante, vero) :-)))

pisolo973 ha detto...

Ah mi chiedevo ma quando hai scattato la foto che c' avevi tra le mani una cartella di Equitalia??...uno spaventone??!!
A me st' effetto mi fece..anzi avevo quasi il buchetto d' avanti e il bozzetto di dietro!!
bsera

carlos ha detto...

Pisolo: "Ah mi chiedevo ma quando hai scattato la foto che c'avevi tra le mani una cartella di Equitalia??"

Macché, se ne guardano bene: sto messo con una mano davanti e una di dietro... solo che più spesso me ne fotto e tolgo pure le mani. Ed è già bello scarruffato di suo...

carlos ha detto...

Estrella, sapessi quanti modi conosco di perdonare... :))

Estrella_Marina ha detto...

Davvero? guarda che te lo chiedo come, e poi mi devi rispondere eh? :-))

carlos ha detto...

Estrella: ah sì, eh? Chiedi e ti sarà dato... ;)

carlos ha detto...

Ops, risposto. :))

Estrella_Marina ha detto...

Guarda che io quando chiedo, chiedo, eh? :-)))