martedì 3 agosto 2010

Le mie clienti




Vengono e vanno le mie clienti.

Le belle signore delle terre fredde del Nord,
bionde sirene desiderose di acque saline dove nuotare
e di sole infuocato per abbronzarsi il culo e l'anima.

E le piccole more del Mediterraneo,
succose e a volte un po' asprigne nella varietà locale,
che sguardano con occhi d'arabe velate,
specchi di un mondo che regala carezze, schiaffi e illusioni.

Le amanti, le figlie, le amiche, le mogli.
Le rare singole e le mamme con marito e bambini rompicoglioni.

Le abruzzesi e le piemontesi, le romane e le milanesi.
E poi le sarde, le tedesche, le toscane, le francesi,
le venete e le pugliesi.

Quelle che vengono per le vacanze e per il mare blu
sono sicuramente di più, ma poi ci sono anche quelle
che arrivano per un matrimonio o per un concerto,
per lavoro o per consumare un amore corto e infedele.

A volte sembra che sgocciolino, a volte ne arrivano a schiere.

Io cerco di soddisfarle tutte,

che siano brutte o belle non importa, basta che paghino.

Poi di loro, quando se ne vanno,
mi rimangono solo poche tracce,
magari il numero di telefono, ormai inutile,
tanti capelli sul letto,
gli sguardi passati e le parole socchiuse,
che mai furon conte.

Qualcuna dimentica, dismette o non ricorda.

E' raro, ma capita che qualcosa venga lasciato,
come un ricordo delle vacanze.

Rossana di Milano doveva proprio avere la testa per aria
e forse qualcos'altro.

O è il difetto del letto matrimoniale senza testiera.

Rossana ha lasciato un minuscolo tanga verde acqua,
i suoi tanga usati
e poi finiti chissà come sotto il letto,
dalla parte della testiera che non c'è.

E' bella Rossana, con quella faccia un po' così
e quei modi un po' così delle milanesi.

Alta, bel viso e belle tette,
per tacere delle lunghe gambe,
da segretariona d'azienda, ciumbia.

Divideva il letto con un bel motociclista dall'accento esotico
con tante esse avvolgenti e sensuali.

Tre giorni a godersi le spiagge, tre notti su quel letto.
A godersi. Non ho dubbi.

Ma il tanga dimenticato?

Lanciato contro la parete, con foga o nonchalance,
mentre già sono cominciate le danze e si passa al sodo.

Forse, anzi probabile che così sia stato.

Ma io ho anche pensato,
e per qualche momento, tenendo con due pizzichi
il tanga dei desideri,
che fosse stato un gesto volontario,
magari un po' sconsiderato.

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